Bloccato in un lavoro che non sopporti più? Con l’acqua alla gola, magari l’unica ancora di salvezza che vedi è la NASpI, l’indennità di disoccupazione. E così, quasi in un sussurro, ti ritrovi a pensare (o a digitare su Google): “Come faccio a farmi licenziare per la NASpI?”.
Fermati un istante. Respira. Capisco benissimo quella sensazione, quel bisogno pressante di un paracadute economico mentre cerchi disperatamente una nuova via. È umano, è comprensibile. Ma attenzione: la scorciatoia del “farsi licenziare”, oltre a essere eticamente discutibile, oggi, nel 2025, nasconde una trappola pericolosissima, pronta a farti perdere proprio quel diritto che credi di poter conquistare con l’astuzia.
Sì, hai capito bene. C’è una novità legislativa fresca di cui forse non hai ancora sentito parlare, una modifica che stravolge le regole per chiunque accarezzi l’idea di “forzare” un licenziamento.
In questo articolo, non troverai istruzioni su come sabotare il tuo lavoro (sarebbe da irresponsabili e, come scoprirai, del tutto inutile). Faremo invece un percorso diverso: analizzeremo insieme perché quella “strategia” è un vicolo cieco irto di rischi e, cosa più importante, esploreremo le strade legittime e sicure per accedere alla NASpI quando la situazione lo richiede davvero. E, naturalmente, sveleremo ogni dettaglio su quella cruciale novità del 2025 che devi assolutamente conoscere. Pronto a fare chiarezza?

La NASpI: Il Tuo Salvagente (Ma Impugnalo Correttamente)
Partiamo da un punto fermo. La NASpI (Nuova Assicurazione Sociale per l’Impiego) è quel sostegno fondamentale pensato per chi perde il lavoro contro la propria volontà. È un diritto prezioso, un aiuto concreto nel difficile periodo di transizione verso una nuova occupazione. La parola chiave, quella su cui si gioca tutta la partita, è “involontariamente”.
Questo ci porta subito alla distinzione che spesso manda in confusione: licenziamento vs. dimissioni.
- Licenziamento: È il datore di lavoro che decide di interrompere il contratto. Nella stragrande maggioranza dei casi, questa è la via maestra che apre le porte della NASpI. Hai perso il lavoro non per tua scelta diretta, lo Stato ti offre un sostegno. Logico.
- Dimissioni Volontarie: Sei tu a decidere di andartene. Qui, la regola generale è che la NASpI non spetta. Il ragionamento è: se hai scelto tu, si presume tu abbia alternative o non sia in uno stato di necessità “imposto”.
Sembrerebbe un quadro netto: Licenziamento = NASpI Sì. Dimissioni = NASpI No. Ma la realtà, come vedremo, ha delle sfumature importanti. È proprio questa regola generale, però, che fa nascere in alcuni la tentazione: “Non posso dimettermi… allora devo farmi licenziare!”. Ed è qui che la strada si fa scivolosa.

Il Pericoloso Inganno del “Farsi Licenziare”: Perché Oggi è Follia Pura
Ammettiamolo, l’idea può sembrare furba. “Se rallento, se sbaglio apposta, se arrivo sempre in ritardo… prima o poi mi cacceranno e avrò la NASpI!”. Forse hai sentito voci, racconti di seconda mano.
Lascia che ti dica la verità, senza giri di parole: cercare attivamente il licenziamento è una pessima, pessima idea. Soprattutto adesso.
Immagina “Luca” (nome di fantasia, situazione fin troppo reale). Luca è stufo, demotivato, ma terrorizzato di restare senza entrate. Inizia a giocare sporco: ritardi, errori voluti, assenteismo velato. Spera nel licenziamento “liberatorio”. Cosa rischia davvero Luca?

- Conseguenze Disciplinari Pesanti (e Dannose): Prima ancora di un eventuale licenziamento, arrivano le contestazioni scritte, le multe trattenute in busta paga, le sospensioni. Non solo è spiacevole, ma macchia il tuo percorso professionale, rendendo più difficile trovare un nuovo lavoro serio. Vuoi davvero essere ricordato come il “dipendente problematico”?
- Rischio Concreto di Perdere Comunque la NASpI: Ecco il paradosso! Se esageri e il tuo comportamento configura una colpa talmente grave da giustificare un licenziamento per “giusta causa” a tuo carico (pensa a insubordinazione grave e ripetuta, danneggiamento volontario, furto), l’INPS potrebbe valutare la situazione e negarti comunque l’indennità. Cerchi il licenziamento per la NASpI e finisci per perdere entrambi. Un disastro.
- Il Fattore Etico (e di Reputazione): C’è poco da girarci intorno. Cercare di ingannare il sistema, di danneggiare l’azienda che (bene o male) ti dà lavoro, non è un comportamento corretto. E la voce gira, nel mondo del lavoro.
- La Mannaia del 2025: La Legge che Cambia Tutto: E qui arriviamo al motivo schiacciante, la ragione definitiva per cui devi cancellare dalla mente l’idea di “farti licenziare” assentandoti dal lavoro.

Allarme Rosso 2025! L’Assenza Strategica? Ora è Dimissione (e la NASpI te la Scordi)
Questo è il punto focale, l’aggiornamento che rende obsolete le vecchie “strategie”. Per anni, una delle tattiche più usate per forzare un licenziamento è stata l’assenza ingiustificata prolungata. Smettere di presentarsi, non rispondere al telefono, aspettando che l’azienda, stremata, avviasse la procedura di licenziamento. Molti credevano (o speravano) che questo tipo di licenziamento desse comunque accesso alla NASpI.
Dimentica tutto. La Legge di Bilancio 2025 ha chiuso ermeticamente questa porta.
Il legislatore ha preso atto di questo abuso diffuso e ha reagito con fermezza. La nuova normativa è chiara: l’assenza ingiustificata e protratta nel tempo, messa in atto dal lavoratore con il palese scopo di farsi licenziare per ottenere la NASpI, viene ora considerata a tutti gli effetti una manifestazione della sua volontà di dimettersi. Il termine tecnico è “dimissioni per fatti concludenti”.

Tradotto dal “burocratese”? Se sparisci dal lavoro senza un valido motivo, sperando nel licenziamento per accedere alla NASpI:
- La legge considera il tuo rapporto di lavoro cessato PER DIMISSIONI VOLONTARIE. Punto. Non per licenziamento.
- Di conseguenza, PERDI IRRIMEDIABILMENTE IL DIRITTO ALLA NASpI. Niente assegno mensile, niente sostegno. Ti ritrovi solo senza lavoro e senza paracadute.
Questa non è un’interpretazione, è il nuovo quadro normativo. È una misura pensata proprio per stroncare questi comportamenti elusivi e garantire che la NASpI arrivi a chi perde il lavoro davvero involontariamente. Insistere con la tattica dell’assenza oggi significa darsi la zappa sui piedi: perdi il lavoro, perdi la NASpI. Fine della storia.
Ok, messaggio ricevuto: niente trucchi, niente assenze strategiche. Ma allora, se la situazione è davvero insostenibile, come si accede alla NASpI in modo pulito e legale?

Le Vie d’Accesso Legittime alla NASpI: Quando la Porta si Apre Davvero
Se la scorciatoia è una trappola, non significa che non ci siano uscite di sicurezza legittime. Esistono diverse situazioni, oltre al classico licenziamento, che ti permettono di accedere alla NASpI. Vediamole:
- Il Licenziamento “Classico” (Subìto): È la situazione standard. Se l’azienda ti licenzia per motivi economici (crisi, riorganizzazione), disciplinari (ma non per tua colpa gravissima, ricordi?) o per altre ragioni previste dalla legge, hai diritto alla NASpI.
- Le Dimissioni per Giusta Causa: Quando Andarsene è un Diritto (e dà la NASpI): Questa è l’eccezione più importante. Puoi essere tu a dimetterti e avere comunque diritto all’indennità, ma solo se la tua decisione è causata da un comportamento del datore di lavoro talmente grave da non consentire la prosecuzione, nemmeno temporanea, del rapporto. Alcuni esempi classici:
- Mancato o ritardato pagamento dello stipendio (ripetuto e consistente).
- Molestie sessuali o mobbing (comportamenti vessatori, denigratori, persecutori).
- Richiesta di compiere atti illeciti.
- Notevole peggioramento ingiustificato delle mansioni.
- Trasferimento senza comprovate ragioni tecniche, organizzative o produttive. Occhio: La giusta causa va dimostrata con fatti concreti! Servono prove (email, messaggi, contestazioni formali inviate all’azienda, testimonianze). Non basta l’autocertificazione. È una strada valida ma che richiede preparazione, spesso con l’aiuto di un sindacato o un legale.
- Le Dimissioni nel Periodo Tutelato (Maternità/Paternità): La legge protegge la genitorialità. Le lavoratrici madri che si dimettono dall’inizio della gravidanza fino al compimento di un anno del bambino hanno diritto alla NASpI. Simili tutele esistono in certi casi anche per i padri.
- La Risoluzione Consensuale “Intelligente”: L’Accordo che Vale la NASpI: A volte, azienda e dipendente trovano un accordo per separarsi consensualmente. Attenzione: un semplice accordo privato tra le parti non basta per la NASpI. Tuttavia, se questa risoluzione consensuale avviene tramite specifiche procedure di conciliazione protetta (cioè in sedi istituzionali come l’Ispettorato Territoriale del Lavoro, o in sede sindacale, secondo le modalità previste dalla legge), allora può dare diritto alla NASpI. Serve un percorso formale, non una semplice scrittura privata.
Come vedi, le alternative legali esistono. Non sono “trucchi”, ma diritti legati a situazioni specifiche e spesso difficili, che vanno gestite con attenzione e consapevolezza.

Brevi Storie, Lezioni Importanti: Evitare le Trappole
Ripensa a “Luca”, tentato dall’assenza strategica. Appena scopre la novità della Legge di Bilancio 2025, tira un sospiro di sollievo per non aver messo in atto il suo piano. Capisce che si sarebbe ritrovato senza lavoro e senza NASpI. Decide allora di affrontare il problema: documenta i comportamenti scorretti che subisce e si rivolge a un sindacato per capire se ci sono gli estremi per una giusta causa o per negoziare una risoluzione consensuale protetta.
Poi c’è “Giulia”. Anche lei viveva una situazione lavorativa pesante, con continue richieste fuori ruolo e un clima tossico. Invece di sparire, ha iniziato a conservare le prove (email, ordini di servizio anomali). Ha consultato un esperto che l’ha guidata nella procedura di dimissioni per giusta causa. Non è stato facile, ma alla fine ha ottenuto la NASpI e ha potuto cercare un nuovo lavoro con una base economica e più serenità.
La morale? Le scorciatoie nascondono quasi sempre insidie. Affrontare i problemi lavorativi informandosi sui propri diritti e sulle procedure corrette è l’unica strategia vincente nel lungo periodo.

In Conclusione: La NASpI è un Diritto Serio, Non un Gioco a Premi
Siamo partiti da una domanda comune ma rischiosa: “Come farsi licenziare per la NASpI?”. Il nostro viaggio ci ha portato a una risposta netta: “Non provarci, soprattutto ora, perché è diventato un autogol sicuro”.
La Legge di Bilancio 2025 ha cambiato le carte in tavola: l’assenza ingiustificata prolungata usata come tattica equivale a dimissioni volontarie e cancella il diritto alla NASpI.
Ricorda i punti chiave:
- La NASpI è per chi perde il lavoro involontariamente.
- Tentare di farsi licenziare è rischioso e ora, con l’assenza, legalmente inutile per la NASpI.
- Le vie legali esistono:
- Licenziamento subìto.
- Dimissioni per Giusta Causa (provata!).
- Dimissioni nel Periodo Tutelato.
- Risoluzione Consensuale in Sede Protetta.
La NASpI è una rete di sicurezza sociale fondamentale. Trattiamola con il rispetto che merita, utilizzandola secondo le regole pensate per proteggere chi si trova realmente in difficoltà. Se il tuo lavoro è diventato un incubo, non cedere alla tentazione di soluzioni “facili” che possono rivelarsi disastrose.
Hai dubbi sulla tua situazione? La tua storia è complessa? Non restare nell’incertezza. Parla con un patronato, un sindacato o un consulente del lavoro qualificato. Possono analizzare il tuo caso specifico e indicarti la strada migliore e più sicura. Non giocare con il tuo futuro: informati e agisci nel modo giusto.