Immaginate la scena. È un venerdì sera di marzo del 2023. I mercati globali sono in preda al panico. Una delle più grandi banche del mondo, Credit Suisse, sta implodendo sotto il peso di una crisi di fiducia senza precedenti. Le sue obbligazioni sono in caduta libera. Mentre il mondo della finanza trattiene il fiato, un trader italiano, noto da oltre vent’anni sui forum finanziari con il nickname di russiabond, non solo non vende, ma fa l’esatto opposto. Raccoglie tutto il suo capitale, aggiunge una leva finanziaria da 1,7 milioni di euro e si lancia in un “All-In” mozzafiato, acquistando 10 milioni di euro di obbligazioni senior Credit Suisse.
Il fine settimana che segue è un abisso di silenzio e tensione. Il suo portafoglio segna un rosso virtuale di 1,8 milioni di euro. Potrebbe essere la fine, la rovina definitiva. Ma lui attende. Poi, la domenica, arriva la notizia che cambierà tutto: UBS, spinta dalle autorità svizzere, acquista la rivale in difficoltà. I bond senior sono salvi. Al suono della campanella del lunedì mattina, quel rosso spaventoso non esiste più. Al suo posto, un profitto irreale di circa 3 milioni di euro.
Non è la trama di un film di Hollywood. È un weekend qualunque nella vita di russiabond, una figura leggendaria e quasi mitologica nel panorama del trading online italiano. La sua è una storia ventennale di rischio estremo, cadute epocali, rinascite miracolose e una psicologia d’acciaio che lo ha portato da un capitale quasi azzerato a un patrimonio che oggi supera i 19 milioni di euro. Questa è la sua storia, ricostruita attraverso anni di discussioni online dove ha meticolosamente documentato ogni singola operazione, ogni gain e ogni loss, con una trasparenza quasi brutale.

Chi è Russiabond? La Genesi di una Leggenda della Finanza
Per capire l’uomo, bisogna partire dal suo nome. “Russiabond” non è un nickname casuale. Nasce nel fuoco della sua prima, vera grande scommessa. Siamo nel 1998. Dopo aver mosso i primi passi con i fondi azionari e aver assaggiato il gusto del guadagno facile, decide di fare il grande salto. Mentre la crisi asiatica fa tremare i mercati, lui non si tira indietro. Ma il vero battesimo del fuoco arriva con il crollo delle obbligazioni russe.
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Mentre tutti scappano da un paese sull’orlo del default, lui vede un’opportunità dove altri vedono solo la fine. Vende i titoli ucraini in perdita ed entra con tutto se stesso sui bond russi, crollati a prezzi da svendita, circa 20 centesimi sul dollaro. Non usa solo i suoi risparmi. Parla con la sua ex-moglie e le pronuncia la frase che diventerà il suo mantra per tutta la vita: “o diventiamo ricchi o diventiamo poveri”. Fa “All-In” usando anche i soldi di un prefinanziamento bancario e un prestito familiare destinati alla costruzione della casa.
La sua scommessa è folle: arriva a possedere un nominale di 1.450.000 dollari di Russia Bond. Un anno dopo, nel settembre 1999, liquida tutto. Il risultato è da capogiro: si ritrova con la casa pagata, del valore di un miliardo delle vecchie lire, e un altro miliardo cash. È in quel momento che nasce la leggenda di russiabond.

Le Montagne Russe della New Economy: Finmatica e la Prima Caduta
Chi pensa che da quel momento la sua sia stata un’ascesa inarrestabile, si sbaglia di grosso. La storia di russiabond è un ciclo continuo di gloria e polvere. Dopo il colpo russo, la troppa sicurezza lo porta a una perdita dolorosa: quasi metà del suo nuovo patrimonio svanisce in poco tempo a causa di operazioni spericolate sui warrant valutari, usati non più per coprirsi ma per scommettere in maniera “mostruosa”.
Ma un vero speculatore non si arrende. Negli anni della bolla di Internet, fiuta un’altra occasione. Si mette in testa che un’azione, la Finmatica, farà il botto. Non riesce ad ottenerla in collocamento, così decide di agire d’anticipo. Il giorno prima della quotazione, nel cosiddetto “mercato grigio”, fa di nuovo All-In, comprando con tutto il capitale rimasto fino a un prezzo di 17 euro, ben sopra i 5 euro dell’IPO.
Il primo giorno di quotazione, il titolo non riesce a fare prezzo per eccesso di rialzo. Il secondo giorno, russiabond piazza l’ordine di vendita in pre-apertura e molla tutto a 34 euro. Un guadagno del 100% in 48 ore. Di nuovo, è tornato al suo miliardo di lire, più la casa. Ma questa vittoria è solo il preludio di una nuova, lunga e dolorosa discesa. Gli anni successivi sono un calvario: un loss da 250 milioni di lire su obbligazioni fallite, e una spirale di prestiti e leva finanziaria che lui stesso definisce “il male”, perché non riesce più a distinguere il suo capitale da quello preso a debito.

La Fenice: Rinascere dalle Ceneri con 30.000 Euro e la Leva Finanziaria
Arriviamo al 2008. Russiabond è a secco. La casa è ancora sua, ma il capitale per speculare è svanito. Ha persino 25.000 euro di perdite da recuperare. È il punto più basso della sua carriera. Ed è qui che inizia la sua seconda, e forse più incredibile, vita da trader.
Ricomincia con soli 30.000 euro suoi (più altri 30.000 della ex moglie). In un mondo devastato dal fallimento di Lehman Brothers, dove il panico regna sovrano, lui fa ciò che sa fare meglio: compra il rischio che nessuno vuole. Individua le obbligazioni del Venezuela, che offrono rendimenti stellari, e inizia a costruire una posizione. Le quotazioni scendono, e lui, invece di vendere, compra ancora.
Per farlo, ricorre a ogni forma di leva finanziaria possibile: prestiti, cessione del quinto dello stipendio, fidi bancari. Accumula una posizione enorme, con circa 250.000 euro di prestiti a fronte di un capitale proprio minimo. A settembre 2009 esce dalla posizione con un gain di circa 180.000 euro. È rinato dalle sue ceneri, dimostrando che la sua strategia, per quanto folle, può funzionare proprio quando le condizioni sono peggiori.

La Tragedia Greca: il Crollo, la Corvette e l’Umiliazione della Sconfitta
Il successo sul Venezuela lo riporta in auge. Per due anni, tra il 2009 e il 2011, cavalca l’onda delle obbligazioni perpetue e ad alto rischio, sempre All-In e sempre in leva. I guadagni sono spettacolari, a volte 10.000 euro netti al mese. Si sente di nuovo invincibile. A tal punto che, nel giugno 2011, si compra una Corvette C5 usata, un’auto sportiva americana, simbolo di un successo ritrovato.
Ma l’hybris, l’arroganza che colpisce chi si sente baciato dagli dei, è dietro l’angolo. La sua nuova, grande scommessa è la Grecia. Inizialmente ci guadagna, ma poi la situazione precipita. Lui, fidandosi delle dichiarazioni politiche, rimane dentro. La crisi del debito sovrano travolge tutto. Il suo capitale, faticosamente ricostruito fino a 325.000 euro, viene quasi azzerato. Si ritrova con soli 80.000 euro.
L’aneddoto della Corvette è il simbolo perfetto di questa caduta. L’auto sportiva che rappresentava la sua vittoria, ora è un peso insostenibile. È costretto a venderla dopo soli 12 mesi “perché non riusciva neanche a fare benzina”. È un’umiliazione profonda, la testimonianza tangibile di come il mercato possa dare e togliere con una rapidità spietata. Nei suoi scritti online, ammette di essere “fallito virtualmente per la quarta volta”.

Il Ritorno del Re: la Scommessa Finale sulla Grecia e la Consacrazione
Settembre 2012. Ancora una volta, russiabond è con le spalle al muro. Ma invece di ritirarsi, fa l’impensabile. Rientra sulla Grecia. Per la terza volta. E lo fa di nuovo a modo suo: All-In. Acquista un nominale gigantesco di bond greci a lunga scadenza a prezzi da saldo, circa 17 centesimi.
Quello che segue è un capolavoro di pazienza e nervi saldi. Per 18 mesi, tiene la posizione mentre l’Europa cerca faticosamente di risolvere la crisi. Quando finalmente vende, non solo ha recuperato l’intera, mostruosa perdita subita, ma ha realizzato un ulteriore gain di 200.000 euro. Questa operazione segna la sua consacrazione. Non è più solo uno scommettitore fortunato; è uno speculatore che ha sviluppato una capacità quasi sovrannaturale di gestire la pressione e capitalizzare il panico. Da quel momento, la sua ascesa diventa più strutturata, culminando con il trasferimento all’estero nel 2017, dopo aver consolidato un capitale importante.

Il Metodo Russiabond: Dentro la Mente di uno Speculatore Contrarian
Analizzare la strategia di russiabond è come studiare un animale unico nel suo habitat. Non segue le regole della finanza da manuale. Le riscrive. Il suo metodo si basa su pochi, brutali pilastri.
Primo, la filosofia dell’“All-In”. A differenza della diversificazione, predicata come un vangelo da tutti i consulenti, lui concentra tutto il suo fuoco su un’unica idea in cui crede fermamente. È una strategia che non ammette errori.
Secondo, la leva finanziaria, la sua amica più cara e la sua peggior nemica. È lo strumento che lo ha portato più volte sull’orlo del baratro, ma è anche il motore che ha permesso le sue rinascite più spettacolari, amplificando i guadagni in modo esponenziale.
Terzo, e più importante, è un maestro dell’investimento contrarian. La sua specialità è il debito distressed: obbligazioni subordinate, titoli di emittenti in crisi, bond di nazioni sull’orlo del fallimento. Compra quando scorre il sangue per le strade, quando il panico è al culmine e i prezzi riflettono lo scenario peggiore possibile. Lo ha fatto con la Russia, con il Venezuela, con la Grecia, e lo farà di nuovo.
Infine, la sua psicologia di ferro. La capacità di sopportare drawdown che annienterebbero psicologicamente il 99,9% dei trader, senza vendere in preda al panico e senza subire la margin call, è forse il suo vero, unico superpotere.

L’Olimpo dei Trader: i Colpi da Maestro su Gazprom e Credit Suisse
Se la storia fino al 2017 era già incredibile, ciò che accade dopo il 2022 lo proietta direttamente nell’Olimpo della speculazione finanziaria. I suoi due capolavori definitivi sono Gazprom e la già citata Credit Suisse.
Allo scoppio della guerra in Ucraina, mentre le sanzioni colpiscono le società russe, russiabond applica di nuovo il suo metodo. Acquista massicciamente obbligazioni Gazprom in franchi svizzeri a prezzi stracciati, arrivando a comprare sui minimi assoluti. Mentre tutti temono che quei bond diventeranno carta straccia, lui scommette sulla solidità del colosso energetico e sulla sua capacità di onorare i debiti. Incassa tutto a scadenza, realizzando un gain stellare di circa 6,3 milioni di euro in poco più di un anno.
Pochi mesi dopo, a marzo 2023, replica con Credit Suisse, un’operazione che lo consacra come uno dei più audaci speculatori in circolazione. L’investimento con leva da 10 milioni di nominale gli frutta altri 3 milioni di euro, portando il suo capitale a vette inimmaginabili.

Oltre i Milioni: Lezioni di Rischio, Follia e Genio
Oggi, il capitale di russiabond viaggia verso i 20 milioni di euro, con rendite da cedole che superano il milione di euro l’anno. La sua storia, documentata in tempo reale sui forum, è un manuale vivente di psicologia del trading, gestione del rischio (o della sua deliberata ricerca) e fiuto per le opportunità.
È un modello da imitare? Assolutamente no. È un caso studio estremo, un’anomalia statistica. La sua carriera è un monito su quanto sottile sia la linea che separa un genio della finanza da un giocatore d’azzardo compulsivo. Russiabond ha camminato su quella linea per vent’anni, riuscendo a non cadere mai dal lato sbagliato, anche quando il baratro sembrava a un passo.
La sua leggenda ci insegna che nei mercati, a volte, una combinazione irripetibile di coraggio, analisi, tempismo e una dose non trascurabile di fortuna può portare a risultati che sfidano ogni logica. E ci ricorda che, dietro i grafici e i numeri, la finanza è prima di tutto una storia umana, fatta di paura, avidità, disperazione e, a volte, di un trionfo tanto spettacolare da sembrare impossibile.
