C’è una domanda che pulsa silenziosa sotto la superficie delle nostre vite, un sussurro che si fa più forte nei momenti di insoddisfazione o di grande aspirazione: come si diventa ricchi? Non parliamo di vincere alla lotteria o di ricevere un’eredità inaspettata. Parliamo di costruirla, mattone su mattone, partendo da zero.
Il mondo è pieno di risposte preconfezionate. Guru che promettono formule segrete, influencer che ostentano stili di vita irraggiungibili, e il coro costante di chi dice che “ormai è troppo tardi” o che “serve solo fortuna”. È un labirinto di informazioni contraddittorie, un rumore di fondo che confonde più che aiutare.
Ma se esistesse una mappa? Non una scorciatoia, ma una vera e propria mappa tracciata da chi quel percorso l’ha già completato. Oggi non seguiremo un teorico, ma un esploratore: il Dr. Rainer Zitelmann. Storico, sociologo e, cosa più importante, milionario self-made. Un uomo che ha studiato la ricchezza sui libri e poi l’ha creata nella vita reale, non per caso, ma per metodo. La sua prospettiva non è una teoria; è una testimonianza. E le sue verità sono tanto scomode quanto illuminanti, perché ci costringono a guardare non fuori, ma dentro di noi. Allacciate le cinture, perché stiamo per scoprire come diventare ricchi smontando tutto ciò che pensavamo di sapere.

La Via Maestra Esiste, ma non è per i Deboli di Cuore
Partiamo dal punto più diretto. Se escludiamo eredità e colpi di fortuna, esiste una strada che, statisticamente, ha portato più persone di qualsiasi altra a patrimoni milionari. Zitelmann la chiama la Königsweg, la via maestra. Questa via ha un nome preciso: imprenditorialità.
Guardiamo i nomi che dominano le classifiche dei più ricchi: Elon Musk con Tesla, Jeff Bezos con Amazon, Mark Zuckerberg con Facebook. Lo stesso vale in Germania, con i fondatori di Aldi o Lidl. Sono tutti, senza eccezioni, imprenditori. Persone che non hanno cercato un lavoro, ma lo hanno creato. Hanno identificato un bisogno, un problema, un’inefficienza nel mercato e ci hanno costruito sopra un impero. Hanno avuto una visione e si sono assunti il rischio totale di realizzarla.
Ma ecco il primo, fondamentale avvertimento di Zitelmann, quello che separa i sognatori dagli esecutori. Se è vero che la maggior parte dei super-ricchi è imprenditore, è altrettanto vero che la maggior parte degli imprenditori non diventa ricca. Anzi, molti falliscono. L’imprenditorialità non è una garanzia di successo, ma un’arena. È la via che offre il potenziale più alto, ma richiede anche il tributo più grande in termini di rischio, sacrificio e resilienza. Pensare di diventare ricchi senza esporsi a questo livello di rischio è il primo grande autoinganno. La sicurezza di uno stipendio fisso e la possibilità di una ricchezza straordinaria sono, nella maggior parte dei casi, inversamente proporzionali.

Le Bugie che ci Raccontiamo per Rimanere dove Siamo
Prima di poter imboccare la strada giusta, dobbiamo liberarci delle zavorre mentali, delle scuse convenienti che usiamo per giustificare la nostra immobilità. Zitelmann ne ha identificate alcune, e sono le più diffuse e pericolose.
La prima grande bugia è quella del “tempo sbagliato”: “Oggi è impossibile, una volta era più facile”. È un ritornello confortante, che scarica la responsabilità sul contesto storico. Peccato che sia smentito dai dati. Zitelmann cita studi americani che mostrano come la percentuale di milionari self-made sia aumentata drasticamente dagli anni ’80 ad oggi, passando da meno della metà a oltre due terzi. Le opportunità non sono diminuite; sono cambiate. Dire “era più facile prima” è solo un altro modo per dire “non ho voglia di adattarmi adesso”.
La seconda, e forse più perniciosa, è la bugia della fortuna. “Lui ce l’ha fatta perché ha avuto fortuna”. È l’alibi perfetto. Se il successo è casuale, allora il nostro insuccesso non è colpa nostra. Ma Zitelmann ci offre un’immagine potentissima per smontare questa credenza. Durante le sue conferenze, a volte prende un libro, lo alza e chiede al pubblico chi lo vuole. Molti restano seduti, confusi. Altri esitano. Poi, qualcuno scatta in piedi e corre verso il palco per prenderlo. Spesso non è la persona in prima fila (la più “fortunata” per la vicinanza), ma qualcuno dalle file di mezzo o persino dal fondo.
Quella persona non ha avuto più fortuna. Ha fatto due cose che gli altri non hanno fatto: ha riconosciuto un’opportunità che gli altri non hanno visto e ha agito immediatamente, senza esitazione. Questa, spiega Zitelmann, è la vera natura del “colpo di fortuna”. Non è un evento che ti piove addosso, ma un’occasione che sei abbastanza sveglio da vedere e abbastanza coraggioso da afferrare. La fortuna non è una dea bendata; è una porta che si apre per un istante. La maggior parte delle persone la fissa finché non si chiude. I futuri ricchi la sfondano.
Infine, c’è la bugia del “colpo grosso”, l’idea che per diventare ricchi basti indovinare l’azione del momento o la criptovaluta che esploderà. Zitelmann è categorico: confondere la speculazione con l’investimento è un errore fatale. Certo, qualcuno vince al casinò, ma nessuno baserebbe la propria strategia finanziaria sulla roulette. Accumulare un patrimonio è una maratona, non uno sprint. Richiede strategia, pazienza e un approccio sistematico, non la speranza di un biglietto vincente.

La Psicologia dei Ricchi: Hai il DNA Mentale per Farcela?
Se la strada è l’imprenditorialità e le bugie sono gli ostacoli, qual è il veicolo? La risposta di Zitelmann è netta: sei tu. O meglio, la tua configurazione psicologica. Basandosi sulla sua dissertazione e su numerosi studi scientifici, ha delineato un vero e proprio “DNA psicologico” del milionario self-made. Non si tratta di essere più intelligenti, ma di avere un assetto mentale specifico. Vediamo se ti riconosci.
Il primo tratto è un’altissima coscienziosità. Non significa solo essere puntuali o ordinati. Significa avere una disciplina ferrea, un’ossessione per l’obiettivo, una capacità di lavorare più duramente e più a lungo di chiunque altro, non perché si è costretti, ma perché si è spinti da un fuoco interiore.
Il secondo, e più controintuitivo, è una bassa gradevolezza. Attenzione, questo non significa essere persone sgradevoli o maleducate. Significa non avere un bisogno viscerale di essere amati da tutti. Significa avere il coraggio di dire di no, di affrontare un conflitto se necessario, di prendere decisioni impopolari senza farsi paralizzare dalla paura del giudizio altrui. Le persone troppo accomodanti raramente costruiscono qualcosa di grande, perché sono troppo occupate a non scontentare nessuno.
Poi c’è una spiccata apertura a nuove esperienze. È la curiosità insaziabile dell’esploratore, la volontà di mettere in discussione lo status quo, di provare strade non battute. L’imprenditore è per definizione un innovatore, e non si può innovare rimanendo ancorati a ciò che si è sempre fatto.
Infine, il tratto forse più importante: un bassissimo livello di nevroticismo, che si traduce in un’enorme stabilità emotiva. Immagina un pugile che incassa colpi terribili ma resta in piedi, lucido. Questa è la resilienza di cui parla Zitelmann. La strada per la ricchezza è lastricata di fallimenti, crisi e stress inimmaginabili. Chi è psicologicamente fragile viene spazzato via alla prima tempesta. I milionari self-made sono persone con un “acciaio emotivo” che permette loro di gestire pressioni che schianterebbero la maggior parte delle persone.
A questi si aggiunge un sano anticonformismo. Zitelmann lo riassume in una logica impeccabile: “Se fai quello che fanno tutti, otterrai i risultati che ottengono tutti”. E i risultati di tutti, per definizione, non sono la ricchezza. Per avere risultati straordinari, devi pensare e agire in modo diverso dalla massa, spesso nuotando controcorrente, guidato solo dalla tua visione.

La Seconda Montagna: Diventare Ricchi è Diverso da Rimanerlo
Hai scalato la prima montagna. Con sudore, rischio e la giusta mentalità, sei arrivato in cima. Sei ricco. E ora? Molti pensano che il gioco sia finito. Secondo Zitelmann, è appena iniziato un gioco completamente nuovo, con regole opposte. Questa è la lezione più sofisticata, quella che separa chi costruisce una fortuna da chi la mantiene per generazioni.
Le qualità che ti hanno reso ricco sono le stesse che possono renderti di nuovo povero.
Per diventare ricco, hai dovuto focalizzarti in modo quasi maniacale su un unico business, concentrando tutto il tuo capitale e le tue energie (un “rischio-ammasso”, lo chiama Zitelmann). Hai dovuto assumerti rischi enormi. Ora, per rimanere ricco, devi fare l’esatto contrario. Devi diversificare e limitare il rischio. Il tuo obiettivo non è più la crescita esplosiva, ma la conservazione e la crescita costante e sicura del capitale.
È un cambio di mentalità brutale, che molti imprenditori di successo non riescono a fare. L’eccesso di ottimismo e la superbia che li hanno aiutati a superare gli ostacoli ora diventano i loro peggiori nemici. È la “sindrome di Boris Becker”: continuare a credere nel proprio tocco magico, investendo in progetti sempre più rischiosi, fino a perdere tutto.
Zitelmann identifica due rischi principali in questa fase. Il primo, come abbiamo visto, è la propria arroganza. Il secondo, che lui definisce senza mezzi termini il più grande distruttore di patrimoni in assoluto, è un divorzio gestito male o senza un adeguato accordo prematrimoniale. Nessun cattivo investimento, dice, può dimezzare il tuo patrimonio con la stessa rapidità ed efficienza di un avvocato divorzista agguerrito.
La sua strategia per la conservazione? Un portafoglio equilibrato tra azioni (soprattutto ETF globali a basso costo), immobili, e una quota di liquidità o obbligazioni. E infine, una piccola percentuale, come un’assicurazione contro l’apocalisse, in oro fisico. Non per speculare, ma per avere una riserva di valore tangibile nel caso in cui il sistema finanziario dovesse subire un crollo totale.

La Mappa è Dentro di Te
Alla fine di questo viaggio, la conclusione è tanto semplice quanto profonda. La vera mappa per la ricchezza non si trova in un segreto di mercato, in un paese specifico o in un particolare momento storico. La mappa è dentro di te. È nella tua capacità di scegliere l’imprenditorialità come via, nella tua forza di abbattere le bugie che ti racconti, nel coltivare la psicologia dell’esecutore e, infine, nella saggezza di capire quando è il momento di cambiare gioco per proteggere ciò che hai costruito.
Diventare ricchi non è un evento. È un processo di trasformazione interiore che si manifesta nel mondo esterno. È smettere di cercare scuse e iniziare a costruire soluzioni. È smettere di aspettare la fortuna e iniziare a creare le proprie opportunità.
E tu? Guardandoti allo specchio, onestamente, vedi i tratti dell’esploratore pronto a scalare la montagna? Qual è la bugia più grande che ti stai raccontando e che, forse, da oggi puoi decidere di non credere più?
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