Contributi volontari INPS

Contributi volontari all’INPS: conviene davvero o è meglio investire?

Pensare alla pensione non è mai troppo presto. Per chi ha interrotto o sta per interrompere il lavoro, il versamento dei contributi volontari INPS può sembrare una soluzione logica per non perdere il diritto alla pensione. Ma è davvero la scelta migliore? O esistono alternative più vantaggiose per garantirsi un futuro sereno?

Contributi volontari INPS

Cos’è il versamento volontario INPS e chi può farlo?

I contributi volontari sono una possibilità per chi ha smesso di lavorare ma vuole continuare ad accumulare anni di contributi per raggiungere i requisiti pensionistici. Questa opzione è riservata a chi ha già versato almeno tre anni di contributi negli ultimi cinque.

Ogni anno, il costo dei contributi viene aggiornato in base alla retribuzione media degli ultimi 12 mesi di lavoro. Questo significa che chi aveva uno stipendio alto, dovrà versare contributi più alti. Ma quanto costa, in pratica, assicurarsi una pensione in questo modo?

Quanto costa versare contributi volontari INPS?

L’importo minimo da versare si basa sul livello contributivo più basso, ma cresce in base alla retribuzione passata. In media, un anno di contributi volontari può costare tra i 5.000 e i 7.000 euro, a seconda della categoria lavorativa e del reddito precedente.

Va considerato un altro fattore: i contributi INPS non sono un investimento, ma una sorta di assicurazione sulla pensione. I versamenti non generano un rendimento diretto, come avverrebbe con un fondo pensione o un portafoglio di investimenti. La somma versata verrà restituita sotto forma di assegno mensile, ma senza una reale rivalutazione rispetto all’inflazione.

Contributi volontari INPS

Conviene davvero versare contributi volontari INPS?

A prima vista, potrebbe sembrare una buona idea, specialmente per chi si trova a pochi anni dalla pensione e ha bisogno di raggiungere la soglia minima di contributi. Ma ci sono alcune criticità da tenere in considerazione.

  1. L’incertezza normativa: Le regole pensionistiche cambiano spesso. Se oggi i requisiti minimi sono 20 anni di contributi per la pensione di vecchiaia, dal 2025 saliranno a 25 e dal 2030 a 30. Non c’è garanzia che il sistema rimanga invariato nei prossimi decenni.
  2. Bassa rivalutazione del montante contributivo: Il rendimento dei contributi versati all’INPS è storicamente basso, legato alla crescita del PIL italiano, che negli ultimi anni non ha brillato.
  3. Aliquote fiscali sulla pensione: Quando si inizierà a percepire la pensione, gli importi saranno soggetti all’IRPEF e ad altre imposte, riducendo il potere d’acquisto netto.

Quindi, i contributi volontari INPS convengono solo in alcuni casi specifici, come quando mancano pochi anni alla pensione e non si hanno alternative per maturare il requisito minimo. Per chi invece ha ancora molti anni di carriera davanti o un capitale da gestire, ci sono alternative più redditizie.

Contributi volontari INPS

Alternative ai contributi volontari: fondi pensione, investimenti e strategie finanziarie

Se l’obiettivo è garantirsi una rendita futura, investire il denaro in strumenti finanziari potrebbe essere più vantaggioso. Alcune opzioni includono:

  • Fondi pensione complementari: Offrono vantaggi fiscali e la possibilità di ottenere una rendita o un capitale al momento del pensionamento.
  • ETF a distribuzione: Investire in strumenti che pagano dividendi regolari può creare una rendita simile a una pensione.
  • Polizze di rendita differita: Un’opzione meno diffusa, ma utile per chi vuole trasformare un capitale in una pensione futura garantita.

Ma quanto serve per garantirsi una pensione di almeno 1.500 euro al mese? Alcuni calcoli indicano che con un capitale di circa 400.000 – 500.000 euro investiti in strumenti a rendimento medio del 4% netto, si può ottenere una rendita mensile analoga a una pensione pubblica.

fondi pensione vs etf

Strategie di personal finance per pianificare la pensione

Chi sta valutando se versare contributi volontari INPS o meno dovrebbe considerare una strategia di diversificazione del capitale. Affidarsi esclusivamente all’INPS significa puntare tutto su un unico “asset”, che dipende dalle scelte di politica economica e dal bilancio statale.

In alternativa, si può:

  • Diversificare tra contributi obbligatori e investimenti privati per ridurre i rischi.
  • Sfruttare i vantaggi fiscali dei fondi pensione e dedurre i contributi versati, migliorando il rendimento netto.
  • Creare una strategia di investimento a lungo termine con ETF globali, obbligazioni e altri strumenti diversificati.
Contributi volontari INPS

Conclusione: meglio versare o investire?

Non esiste una risposta unica: la scelta dipende dall’età, dalla situazione contributiva e dagli obiettivi personali. Se si è vicini alla pensione e mancano pochi anni di contributi, i versamenti volontari possono essere una soluzione logica. Ma se si ha un orizzonte temporale lungo, investire il capitale potrebbe essere più conveniente.

La decisione migliore è quella che permette di avere una pensione sicura senza dipendere esclusivamente dall’INPS. Valutare le alternative e costruire una strategia su misura può fare la differenza tra una vecchiaia serena e una piena di incertezze.

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